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Cass. ILVA: precisazioni garantiste sul delitto di associazione per delinquere

La Corte di Cassazione – nel disporre l’annullamento del sequestro di 8 miliardi di euro nel noto procedimento Ilva – prende, tra l’altro, posizione sulla vexata quaestio del reato associativo quale reato-presupposto ex d.lg. 231/2001.

Il rischio prospettato in dottrina è quello di utilizzare “strumentalmente” il delitto associativo nei casi in cui non si riuscisse a contestare all'ente una fattispecie di reato, in quanto non prevista nel d.lg. 231.

In questo modo, tra l'altro, sarebbe velleitario lo sforzo di redazione del Modello organizzativo, il quale, nel fronteggiare il rischio di associazione per delinquere, dovrebbe prendere in considerazione numerosi reati non presenti nel d.lg. 231.

La Corte – ben consapevole del dibattito sul tema - qualifica tale meccanismo come “vizio di fondo” dell’impostazione del provvedimento di sequestro, evidenziandone la potenzialità lesiva del fondamentale principio di tassatività dei reati-presupposto.

Cass., VI, 24 gennaio 2014, n. 3635

(Maurizio Arena)

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